Lo scopo dei gruppi di poesia haiku è quello di tornare in contatto con le sensazioni che il corpo esprime, accettandole in quanto messaggio del corpo e imparando a non rimuoverle, ma restarne in ascolto.

L'Haiku è una poesia che affonda le sue radici nella cultura giapponese del XVII secolo ed ha una struttura ispirata alla massima semplicità; si compone infatti di 17 sillabe, suddivise in tre versi, 5-7-5. La regola per comporre un haiku è essenzialmente quella di utilizzare delle immagini che traggono ispirazione dalle emozioni di chi scrive, andando poi a costituire una metafora della profondità del vissuto esistenziale.

Per le sue caratteristiche, l'haiku è considerato uno strumento nella cura dei disturbi del comportamento alimentare: le pazienti affette da tali disordini sono infatti prigioniere di un corpo a cui non vengono concesse emozioni, di un pensiero ossessivo che non lascia alla mente la possibilità di muoversi in altri spazi.

Ciò che si verifica è una interruzione della comunicazione tra il sistema sensoriale che ci mette in rapporto con il mondo e ci permette di vivere le esperienze, il sistema limbico che dà una coloritura emozionale ad ogni tipo di esperienza ed infine il sistema cognitivo che percepisce ed elabora queste sensazioni. Si realizza in assoluto un predominio della parte mentale, con un ipercontrollo di tutte le funzioni (mangiare, vomitare) ed il corpo diventa solo l'oggetto di questo controllo.

Il sistema emozionale sopraffatto da questo conflitto esprime il suo disagio con un grande senso di sofferenza che spesso culmina in disturbi anche molto gravi. Nei gruppi di poesia haiku con pazienti affette da disordini del comportamento alimentare, si parte dall'ascolto delle sensazioni del corpo e delle emozioni e tutto questo viene fissato in un haiku che viene poi condiviso con tutte le pazienti. L'haiku deve inoltre essere espresso in un linguaggio verbale, in tal modo consentendo di connettere la parte cognitiva e razionale, dandole però un ruolo espressivo-metaforico e non giudicante. In questo modo si va ripristinando una connessione mente-corpo-cervello.

Fare inoltre tutto ciò in soli 17 sillabe, in tre versi non legati da nessi logici, costringe a liberarsi dal superfluo e di cogliere davvero l'essenziale. In questo modo le pazienti vengono aiutate a ricercare il vero senso di ciò che sono, a riscoprire la profondità e la bellezza del loro mondo delle emozioni che diventa un'incredibile risorsa da poter attivare per il percorso di guarigione.

La guarigione non può infatti che passare attraverso una ricerca di significato, una strada per ritrovare un'identità perduta. Lo scopo dei gruppi di poesia haiku è proprio quello dunque di tornare in contatto con le sensazioni che il corpo esprime, accettandole in quanto messaggio del corpo e imparando a non rimuoverle, ma restarne in ascolto. Solo in questo modo è possibile sperimentare una vera e piena consapevolezza di noi stessi e della nostra identità. Riscoprendo le nostre sensazioni sperimentiamo così, un sentimento di benessere interiore, di accettazione di noi stessi che necessariamente non farà che aumentare l'autostima e la fiducia nelle proprie possibilità di essere artefici del cambiamento.

 

SONO L'UNICA ORTICA CHE MUORE

TRA SPINE DI GRANO.

 

Poesia haiku

Dott.ssa Valentina Di Giovanni

 

Bibliografia

Marucci S., Tiberi S., Haiku nei disturbi del

comportamento alimentare, Edizioni S.,2013.