Negli ultimi decenni, contemporaneamente alla grande diffusione dei disturbi da abuso di sostanze, sono stati condotti, in ambito sistemico-relazionale, studi e ricerche rivolti a famiglie che presentano un membro tossicodipendente; in quest'ambito la tossicomania è stata considerata non solo come espressione di un disturbo isolato della personalità dell'adolescente e del giovane adulto, ma anche e soprattutto come fenomeno 'sintomatico' di una più ampia problematica familiare.
 Negli ultimi decenni, contemporaneamente alla grande diffusione dei disturbi da abuso di sostanze, sono stati condotti, in ambito sistemico-relazionale, studi e ricerche rivolti a famiglie che presentano un membro tossicodipendente.
A partire dai primi studi di Minuchin e Haley fino ai più recenti contributi, la tossicomania è stata considerata non solo come espressione di un disturbo isolato della personalità dell'adolescente e del giovane adulto, ma anche e soprattutto come fenomeno 'sintomatico' di una più ampia problematica familiare.
Il lavoro di Haley (1980) rappresenta un importante contributo per la comprensione del comportamento tossicomanico del giovane all'interno del contesto interpersonale in cui vive e per l'indicazione di strategie terapeutiche con la famiglia dei tossicodipendenti (“problem solving therapy”). Il sintomo tossicodipendenza di un figlio viene considerato nel suo significato 'funzionale' costituendo una particolare modalità adattiva alla particolare comunicazione della famiglia; secondo Haley, la famiglia del tossicodipendente è una organizzazione malfunzionante che influenza i processi di pensiero dei suoi membri 'obbligandoli' ad un comportamento caratteristico; secondo questo Autore le persone comunicano in modo deviante in rapporto ad una struttura organizzativa deviante e quindi l'intervento terapeutico più efficace è quello diretto a questa struttura organizzativa di base; se l'organizzazione della famiglia cambia anche il sintomo di un suo membro che esprime un comportamento deviante perderà il significato funzionale che aveva all'interno delle vecchie modalità transazionali.
In quest'ottica, per Haley il comportamento tossicomanico (al pari di altri sintomi psicotici o nevrotici) può essere considerato come una delle sequenze relazionali di un sistema che si autoregola per mantenere l'equilibrio familiare; in particolare, la tossicodipendenza di un figlio 'funzionerebbe' stabilizzando paradossalmente l'equilibrio della famiglia permettendo ai genitori di avere comunque un figlio di cui occuparsi per molti anni o indefinitivamente, dopo il periodo adolescenziale; il comportamento tossicomanico di adolescenti e giovani adulti sarebbe quindi correlato alla crisi e alla difficoltà di emancipazione e di svincolo dalla famiglia di origine che non è riuscita ad attivare, per affrontare questo evento critico del ciclo vitale, un processo di riorganizzazione al suo interno per mezzo di un cambiamento strutturale e relazionale.


 


           BIBLIOGRAFIA:



--Haley J. (1980) Leaving Home, Mac Graw-Hill Book Company, 
  
  New York.

 

                               Massimo Guido
              
               Medico Psichiatra Az. U.S.L. Roma F
               
               Psicologo Clinico
               
               Psicoanalista Società Psicoanalitica italiana
 

 


© 2011