Malagoli Togliatti sottolinea che il sintomo può essere visto come un segnale della difficoltà della famiglia ad affrontare uno stadio critico del suo ciclo vitale;scopo della terapia diventa quindi aiutare la persona 'sintomatica' e la famiglia nel processo di riorganizzazione e di cambiamento per 'sbloccare' l'evoluzione del ciclo vitale. Stanton e Todd considerano il comportamento tossicomanico funzionale, paradossalmente, alla stabilità della famiglia; Il concetto di “pseudoindividuazione” esprime il significato profondo che l'abuso di droghe rappresenta, proprio per affrontare le difficoltà e la crisi connesse con uno svincolo 'impossibile'.
 Malagoli Togliatti (1991) sottolinea che la conoscenza delle varie fasi del ciclo vitale, concetto che nasce nell'ambito della ricerca sociologica intorno agli anni cinquanta, è importante per il terapeuta; il sintomo in quest'ottica può essere visto come un segnale della difficoltà della famiglia ad affrontare uno stadio critico del suo ciclo vitale, una disfunzione che rappresenta una sorta di “crisi di crescita”; il tempo è considerato un fenomeno tridimensionale dove tempo individuale, tempo familiare e tempo sociale sono intrinsecamente legati nel ciclo di vita della famiglia che è costituita da un sistema di relazioni tra individui (sottosistemi) nell'ambito di un contesto sociale più allargato; scopo della terapia diventa quindi aiutare la persona 'sintomatica' e la famiglia nel processo di riorganizzazione e di cambiamento per 'sbloccare' l'evoluzione del ciclo vitale.
Stanton e Todd (1979, 1982) hanno condotto ricerche su soggetti tossicodipendenti e sulle loro famiglie.
La concezione di questi Autori, come il lavoro di Haley, può essere definita “funzionalista” nel senso che il comportamento tossicomanico viene considerato funzionale, paradossalmente, alla stabilità della famiglia.
Dalle loro ricerche emerge la tipologia della famiglia del tossicodipendente, introducendo per la prima volta una lettura dell'argomento in una dimensione triadica rispetto ad un sistema diadico (madre-figlio); in tale famiglia il “paziente designato” ha un rapporto privilegiato e coinvolgente con il genitore di sesso opposto mentre esiste invece una frattura conflittuale con il genitore dello stesso sesso e tra la coppia genitoriale. In queste famiglie si nota, nella fase del ciclo vitale della famiglia che corrisponde all'inizio dell'adolescenza del figlio, una grande difficoltà ad accettare, da parte di tutti i membri, la separazione e lo svincolo. 
Il concetto di “pseudoindividuazione” esprime il significato profondo che l'abuso di droghe rappresenta, proprio per affrontare le difficoltà e la crisi connesse con uno svincolo 'impossibile': da un lato permette al giovane tossicomane l'illusione di autonomia e di emancipazione dalla famiglia sentendosi inserito in un gruppo con un ruolo comunque definito all'interno della sottocultura 'della piazza', dall'altro lo vincola ancora strettamente all'interno della famiglia di cui ha bisogno per le esigenze materiali e, nel tempo, per le problematiche emergenti di regola sempre più pressanti, economiche, giuridiche, sanitarie; a questa dinamica corrisponde il comportamento ambivalente del giovane tossicodipendente: da un lato aggressivo, trasgressivo, apparentemente indipendente, dall'altro dipendente, infantile.

 

 

BIBLIOGRAFIA:


– Malagoli Togliatti M. (1991) Il ciclo vitale, in M. Malagoli Togliatti, U. Telfener (a cura di) Dall'individuo al sistema, Bollati Boringhieri, Torino;

 

Stanton M.D. (1979) Famiglia e tossicomania, Terapia familiare, 6, pp. 99-115;

 

--Stanton M.D., Todd T. B (1982) The Family Therapy of Drug Abuse and Addiction, Guilford Press, New York.

 


                                     Massimo Guido
                                 Medico Psichiatra Az. U.S.L. Roma F
                                 Psicologo Clinico
                                 Psicoanalista Società Psicoanalitica italiana

 

 

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