Bowlby, analista inglese di originaria formazione kleiniana, intorno agli anni '50 iniziò ad elaborare un quadro teorico di riferimento che si avvale di numerosi e rilevanti contributi tratti da altre discipline, ma prende origine e può essere collocata in ambito psicoanalitico come teoria dei rapporti interpersonali all'interno della teoria delle relazioni oggettuali; l'elaborazione teorica di questo Autore ha permesso di integrare in maniera significativa la comprensione psicodinamica dei disturbi da uso di sostanze psicoattive.
 Le origini della teoria di attaccamento

 

In ambito psicoanalitico la lettura del fenomeno tossicomanico si è modificato nel tempo, seguendo l'evoluzione dei modelli teorici, a partire dal modello originario freudiano al modello delle relazioni oggettuali.
Bowlby (1969), analista inglese di originaria formazione kleiniana, intorno agli anni '50 iniziò ad elaborare un quadro teorico di riferimento che, a partire dalla teoria psicoanalitica, include concetti tratti dall'etologia, dalla cibernetica e dalla biologia evoluzionistica.
In alternativa alla classica metapsicologia freudiana ed anche alla teoria kleiniana (da cui peraltro inizia il suo lavoro di riformulazione) Bowlby elabora il concetto di attaccamento che considera un sistema motivazionale primario.
L'elaborazione teorica di questo Autore che si avvale di numerosi e rilevanti contributi tratti da altre discipline, ma prende origine e può essere collocata in ambito psicoanalitico come teoria dei rapporti interpersonali all'interno della teoria delle relazioni oggettuali (Bretherton, 1991), ha permesso di integrare in maniera significativa la comprensione psicodinamica dei disturbi da uso di sostanze psicoattive.
A partire dagli anni trenta del secolo scorso alcuni clinici come Dorothy Burlingham, Anna Freud, Renè Spitz e John Bowby iniziarono e svilupparono ricerche sugli effetti negativi di una prolungata istituzionalizzazione e dei frequenti cambiamenti della figura materna sullo sviluppo della personalità del bambino (Bowlby, 1988).
Nel 1951 i dati di una ricerca condotta da Bowlby per la World Health Organization vennero raccolti e pubblicati in una monografia intitolata Maternal Care and Mental health successivamente pubblicata (nel 1953) in un'edizione economica dal titolo Child Care and the Growth of Maternal Love, che ebbe una diffusione eccezionale per quel periodo e fu tradotto in dieci lingue; il punto centrale sviluppato nel rapporto era il concetto di deprivazione materna e cioè l'influenza sfavorevole sullo sviluppo della personalità del bambino esercitata dall'inadeguatezza delle cure materne durante la prima infanzia; i dati presentatati da Bowlby evidenziavano che i bambini deprivati delle cure materne, soprattutto se istituzionalizzati a partire da un'età inferiore ai sette anni, ne risentono negativamente nello sviluppo fisico, cognitivo, emozionale e sociale.
Come fa notare Inge Bretherton (1992), in quel periodo Bowlby, forse sotto l'influenza di Renè Spitz, usava l'embriologia come metafora per mettere in evidenza l'importanza del ruolo materno nello sviluppo del bambino:


Affinchè la crescita avvenga inostacolata, i tessuti devono essere sottoposti all'influenza di organizzatori appropriati, durante particolari periodi critici. Lo stesso per lo sviluppo mentale: la psiche indifferenziata sembra dover essere sottoposta, in certi periodi critici, all'influenza dell'organizzatore psichico- la madre (Bowlby, 1951 cit. in Bretherton, 1992, p.10).

 

                  BIBLIOGRAFIA:


--Bowlby J.
(1969) Attachment and Loss, vol. 1: Attachment, Basic Books, New York (trad.it.: Attaccamento e perdita, vol. 1: L'attaccamento alla madre, Bollati Boringhieri, Torino, 1972);


--Bowlby J.
(1988) A Secure Base, Routledge, London (trad. it.: Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell'attaccamento, Raffaello Cortina, Milano, 1989);


--Bretherton I. (1991) Le origini e gli sviluppi della teoria dell'attaccamento, in Attachment across the life cycle, Tavistock/Routledge (trad.it.: in C.M. Parkes, J. Stevenson-Hinde, P. Marris (a cura di) L'attaccamento nel ciclo della vita, Il Pensiero Scientifico, Roma, 1995);


--Bretherton I. (1992) The Origins of Attachment Theory: John Bowlby and Mary Ainsworth, Developmental Psychology, 28, 5, pp. 759-775 (trad.it.: Le origini della teoria dell'attaccamento: John Bowlby e Mary Ainsworth, in L. Carli (a cura di) Attaccamento e rapporto di coppia, Raffaello Cortina, Milano, 1995).

 


                                     Massimo Guido
                                    Medico Psichiatra Az. U.S.L. Roma F
                                    Psicologo Clinico
                                    Psicoanalista Società Psicoanalitica italiana

 

 

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