Psicologia delle dipendenze è un libro scritto a più mani, da psicologi ed educatori, con l’obiettivo di fornire una chiara visione d’insieme delle problematiche legate alle tossicodipendenze. Il manuale descrive in modo sintetico ma preciso il fenomeno della dipendenza, dalle sue origini agli inizi del XIX secolo fino al più recente fenomeno del cosiddetto “uso ricreativo” di alcune sostanze.

Massimo Canu, Psicologia delle Tossicodipendenze, Piccin Padova 2013 
Recensione a cura di Enrico Prosperi

 

Psicologia delle dipendenze è un libro scritto a più mani, da psicologi ed educatori, con l’obiettivo di fornire una chiara visione d’insieme delle problematiche legate alle tossicodipendenze. Il manuale descrive in modo sintetico ma preciso il fenomeno della dipendenza, dalle sue origini agli inizi del XIX secolo fino al più recente fenomeno del cosiddetto “uso ricreativo” di alcune sostanze. Nel libro vengono analizzate le diverse teorie che spiegano l’origine della dipendenza, da quelle più moderne neurobiologiche del sistema del reward, a quelle psicodinamiche, evolutivo-relazionali, cognitivo-comportamentali e sistemico relazionali. Interessanti sono gli spunti derivati dall’analisi della ricerca “Minerva”, condotta dall’Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze, confrontati con dati ricavati dalla letteratura. Gli autori hanno descritto non solo le percentuali di consumo, in Italia e negli altri Paesi, di alcol, nicotina e sostanze illegali, ma hanno stilato un profilo in base alla sostanza assunta. Emergono così le differenze tra il bevitore sociale e il cosiddetto binge drinker, l’influenza del gruppo di amici per quanto riguarda l’uso della nicotina e di diverse sostanze illegali, le ipotesi dell’uso auto-curativo e socializzante della cannabis, il passaggio dall’uso sociale a quello appartato della cocaina nella fase delle “abbuffate”, l’utilizzo di sostanze sintetiche, come l’ecstasy, per socializzare e poter partecipare alle maratone musicali definite “raves”.

Alla descrizione delle singole sostanze, segue il capitolo sui diversi modelli di prevenzione. Dopo una disamina delle differenze tra i diversi livelli di prevenzione, oltre alla prevenzione primaria, secondaria e terziaria, vengono brevemente descritte le prevenzioni destinate alla popolazione generale (universale), ai gruppi “vulnerabili” (selettiva) e al singolo individuo (indicata), gli autori hanno cercato di mettere in risalto le basi per dei buoni programmi di prevenzione, presentando i sedici principi che il National Institute on Drug Abuse (NIDA) ha indicato come linee guida. La descrizione dei diversi modi di applicare la Peer Education (educazione tra pari), da un modello cosiddetto puro a quello della empowered peer education rappresenta uno stimolo per approfondire modelli educativi che mettono sempre più in primo piano i veri attori del percorso, i ragazzi coinvolti. Gli ultimi capitolo analizzano i diversi servizi che si occupano di dipendenza, le buone prassi degli operatori e il ruolo delle relazioni familiari. Per quanto riguarda i servizi, gli autori sottolineano l’importanza per quelli a Bassa Soglia (soprattutto i Centri Diurni e Notturni) di non soddisfare solo le necessità primarie, ma di svolgere anche un compito sociale psico-pedagogico. Viene inoltre segnalata la carenza dei Servizi a Soglia Intermedia(Centri di Disintossicazione o Comunità di Prima Accoglienza), necessari per l’inserimento successivo nelle Comunità Terapeutiche (Servizi ad Alta Soglia). Per quanto riguarda le buone prassi, gli autori presentano degli spunti sull’importanza della formazione continua degli operatori, specie nelle nuove ricerche delle neuroscienze e sulla necessità di prevenire il fenomeno del burnout che frequentemente colpisce chi non sa vivere il senso di frustrazione. Il manuale termina con una sommaria descrizione dei principi per le buone pratiche per i genitori, che insieme alla scuola e alle istituzioni, svolgono un ruolo determinante per affrontare un problema così complesso come quello delle dipendenze.

Il manuale è quindi un ottimo punto di partenza per conoscere e fronteggiare le dipendenze che, insieme alle New Addiction (da internet, da gioco, affettive, alimentari, ecc.), sono un fenomeno sempre più diffuso tra i giovani.