Il principale obiettivo di questa fase è preparare il paziente alla fine della terapia e sviluppare specifiche strategie per ridurre le probabilità di ricaduta. Il terapeuta deve aiutare il paziente a sviluppare la convinzione che potrà riuscire da solo ad affrontare le sfide della vita‚ anche senza la terapia.

Il principale obiettivo di questa fase è preparare il paziente alla fine della terapia e sviluppare specifiche strategie per ridurre le probabilità di ricaduta. Il terapeuta deve aiutare il paziente a sviluppare la convinzione che potrà riuscire da solo ad affrontare le sfide della vita‚ anche senza la terapia. Per fare questo è utile valutare i cambiamenti effettuati durante il trattamento relativamente a differenti aree come l’autostima‚ le modalità di pensiero‚ il funzionamento sociale‚ l’adattamento lavorativo e soprattutto lo stile di vita. Inoltre è bene riassumere gli aspetti del trattamento che hanno determinato un miglioramento significativo sul piano sintomatico. E’ utile assicurarsi che le aspettative del paziente riguardo al futuro siano realistiche: si dovrebbe sottolineare che la vulnerabilità a sviluppare sintomi alimentari può continuare per molti anni. La vulnerabilità alle ricadute aumenta durante i momenti di stress psicologico‚ ma anche in seguito a cambiamenti positivi della vita e a una maggiore sicurezza in se stessi. Nei pazienti che soffrono di bulimia nervosa o di disturbo da alimentazione incontrollata è opportuno sottolineare la differenza tra il concetto di caduta e ricaduta. Un problema comune‚ infatti‚ è che spesso questi pazienti hanno la speranza di smettere di abbuffarsi definitivamente. Questa aspettativa comporta il rischio di ricaduta perché porta facilmente la persona ad interpretare una singola abbuffata come l’indicazione che le cose stanno cominciando ad andare di nuovo male. E’ quindi importante lavorare su questi aspetti e fare in modo che il paziente sia preparato a reagire in maniera costruttiva di fronte ad inevitabili momenti di difficoltà‚ durante i quali possono verificarsi delle abbuffate. Per fare ciò può essere utile stilare un piano di mantenimento che dovrebbe includere sia le strategie fondamentali del programma e sia quelle strategie che si sono dimostrate più efficaci. E’ indispensabile far capire al paziente che i problemi alimentari rappresenteranno sempre un loro aspetto di debolezza‚ in particolar modo nei momenti di stress‚ ma va anche sottolineato che‚ durante il trattamento‚ egli ha avuto modo di sviluppare determinate abilità che possono permettergli di gestire al meglio l’alimentazione nelle situazioni ad alto rischio presenti e future.

                              Dott.ssa Linda Degli Espositi