Caso 2: Silvio, 29 anni, è stato intervistato presso un Servizio tossicodipendenze del Lazio.Dalla valutazione dell'intervista da parte di due osservatori, Silvio è stato incluso nella categoria “Distanziante/Rifiutante l'attaccamento) (Ds) ed in particolare nella sottocategoria Ds1.
 Indagine preliminare sugli stili di attaccamento- Caso 2 - parte prima

  
Caso 2: Silvio


Silvio, 29 anni, è stato intervistato presso un Servizio tossicodipendenze del Lazio. Ha un diploma tecnico-professionale di attività alberghiera; attualmente gestisce un bar di sua proprietà. Non presenta patologie correlate alla tossicodipendenza; non ha mai avuto problemi con la giustizia; non è sposato, non ha figli; il padre da cinque anni è affetto da morbo di Parkinson, per la madre non vengono riferite patologie rilevanti all'anamnesi . Dall'età di 18 anni fuma cannabinoidi con frequenza settimanale (sempre in gruppo); due-tre volte l'anno usa cocaina cloridrato per via nasale; all'età di 25 anni durante un viaggio in Oriente con amici inizia ad usare eroina per via nasale; tornato in Italia continua ad usare, saltuariamente sempre per via nasale, eroina per circa un anno; successivamente inizia ad assumerla con frequenza quotidiana, con periodi di sospensione dapprima autogestiti, poi con l'aiuto del Servizio Tossicodipendenze presso cui ha effettuato tre piani farmacologici con metadone cloridrato a scalare; al momento dell'intervista seguiva un piano farmacologico con metadone protratto integrato con psicoterapia (colloqui individuali) iniziata da due settimane, al momento dell'intervista.
Silvio si presenta collaborativo all'intervistatore e manifesta un lieve stato d'ansia; esprime una valutazione di realtà sulle conseguenze del suo comportamento d'abuso: dice che all'inizio tendeva a sottovalutare il problema tossicomanico attribuendo all'uso di sostanze caratteristiche ludiche, mentre attualmente ritiene che l'eroina “finchè la controlli può andare bene siccome però è una cosa che non ha controllo...” alla fine “...perdi veramente i valori perdi tutto...non te ne frega niente di niente...pensi solo a te stesso alla roba e basta...”; Silvio descrive durante l'intervista una situazione familiare marcatamente positiva che non è supportata tuttavia da alcun ricordo infantile (“mah...mi sembra che il rapporto con i miei genitori è sempre stato una cosa buona perfetta...ho un vuoto io penso di quando ero bambino...cioè altre persone magari anche la mia ragazza dice io quando ero bambino mi ricordo...io non mi ricordo proprio niente...”); la marcata insistenza sulla mancanza di ricordi infantili assieme alla descrizione di un rapporto molto positivo con la madre (definito”tranquillo, armonioso”) e con il padre, potrebbe indicare una accentuata idealizzazione dei genitori.
Dalla valutazione dell'intervista da parte di due osservatori, Silvio è stato incluso nella categoria “Distanziante/Rifiutante l'attaccamento) (Ds) ed in particolare nella sottocategoria Ds1; questo indica che si tratta di una persona “Rifiutante l'attaccamento”(Ds1) in cui il quadro “semantico” dei genitori è presentato come buono, “perfetto”, ma non è supportato da memoria episodica; in qualche parte dell'intervista sembra apparire una valutazione positiva dell'importanza dell'attaccamento, ma non appare mai una riflessione genuina sulle esperienze infantili che non sono mai esaminate; queste persone spesso descrivono ed enfatizzano sé stessi e la famiglia come “normali". 


                                             Massimo Guido

                                    Medico Psichiatra Az. U.S. L. Roma F

                                    Psicologo Clinico

                                    Psicoanalista S.P.I. e I.P.A.

 

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